Nella storia di Sermide e dell'Oltrepò Mantovano Moglia è una comprimaria. Già a partire dal 1208 essa è una "villa" associata alla Curia-Corte di Sermide; una villa piuttosto estesa e popolata, tale da aver bisogno di un luogo di culto. Quanto alla primitiva chiesa, la notizie sono vaghe. Da una relazione per la visita pastorale del cardinale Ercole Gonzaga risulta che nel 1554 l'edificio aveva bisogno di consistenti restauri.
Nei primi decenni del Novecento l'urgenza di restauri radicali si ripresenta. In effetti questi vengono effettuati ma prevale ben presto l'orientamento di costruire un nuovo tempio, la cui progettazione e realizzazione verrà affidata all'architetto mogliese Bruno Sarti il quale curerà tanto la costruzione quanto glòi arredi sacri.
Ai lati del presbiterio si trovano due affreschi di Elena Schiavi dalle proporzioni ragguardevoli (per complessivi 50 meri quadri) che si sviluppano verticalmente "in cornu evangelii" e "in cornu epistulæ". Il primo raffigura la Natività di Maria (cui la chiesa è dedicata) e l'altro la Presentazione al Tempio. Si tratta di opere notevoli per ispirazione, impianto e tecnica, due opere che rafforzano la nostra opinione che la Schiavi è un'artista non adeguatamente conosciuta e messa in valore nonostante che nella sua pittura classica e suggestiva siano genialmente filtrate le più decisive acquisizioni pittoriche e figurative del primo Novecento.
All'estremità est della Chiesa è conservato un gruppo ligneo della Deposizione: la Madonna sorregge il Cristo morto all'interno di una struttura compositiva che è sicuramente di mano esperta. Il nuovo tempio èstato consacrato la notte di Batale del 1935.